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Keynes e domanda globale: come controllare disoccupazione e inflazione


L'economista spagnolo Julián Pavón. Catedrático - Director de CEPADE e IEN tenuto al Politecnico di Madrid spiega con parole e concetti semplicissimi la formula della domanda globale di Keynes

Domanda globale = domanda di consumo delle famiglie + domanda di investimenti delle imprese + domanda del settore pubblico attraverso la spesa pubblica + domanda delle esportazioni

Questa semplice formula serve per cercare di spiegare i due grandi problemi dell'economia: la disoccupazione e l'inflazione.

Per combattere la disoccupazione bisogna far aumentare la domanda globale, e come si fa? Semplice

- si può stimolare i consumi abbassando le tasse

- per stimolare gli investimenti delle imprese si può abbassare i tassi d'interesse

- si può aumentare la spesa pubblica

- per aumentare le esportazioni si può diminuire il tasso di cambio (svalutazione)

Per combattere l'inflazione (troppa richiesta di beni che fa salire i prezzi) invece cosa si fa? semplice, si fà esattamente il contrario

- per diminuire la richiesta di beni si aumentano le tasse

- si aumentano i tassi d'interesse per scoraggiare gli investimenti

- si diminuisce la spesa pubblica

- si aumenta (rivalutazione) il tasso di cambio per diminuire le esportazioni


Secondo Keynes disoccupazione ed inflazione non possono coesistere (appunto perché se sale una l'altra diminuisce e viceversa). Fino all'arrivo della crisi petrolifera del 1973 questo modello funziona perfettamente. La crisi che porta il costo del petrolio da 2 dollari a 35 dollari al barile fà aumentare i prezzi non a causa di una maggiore domanda di beni, ma appunto a causa del maggior costo dell'energia. I modelli di Keynes vengono però messi in discussione dalle teorie neoliberiste, in cui il controllo dell'inflazione è fondamentale, eccoci quindi a politiche di austerity, liberalizzazioni, privatizzazioni ecc...

Nell'Unione Europea non abbiamo a disposizione i meccanismi per controllare questa formula (e quindi cercare ad es. di diminuire la disoccupazione), perché non possiamo decidere i tassi di interesse, non possiamo svalutare/rivalutare, dobbiamo rientrare nei famosi parametri di bilancio (ad es la regola del 3%) che non si sa a quali teorie economiche appartengono, quindi non possiamo aumentare di molto la spesa pubblica e nemmeno diminuire le tasse. Gli altri stati dell'EU, conoscendo bene questa formula, spesso hanno sforato le regole imposte dall'unione, questo perché in periodi di crisi (la crisi del 2008 non è ancora finita), c'è bisogno di sostenere i consumi e l'economia con misure espansionistiche, quindi diminuendo le tasse ed aumentando la spesa pubblica, anche a discapito dell'aumento del debito pubblico. Queste politiche espansionistiche vanno fatte per uscire dalle crisi (come ad es. hanno fatto gli Stati Uniti stampando trilioni di dollari per uscire velocemente e rilanciare l'economia). Continuando con l'austerity non può che aumentare la disoccupazione, perché la formula suddetta, oltre che logica, si applica anche alla complessa realtà in cui viviamo


 
 
 

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